Iniziativa sicuramente interessante. Nella mia visione, tuttavia, vorrei muovere una critica costruttiva all’Art. 5 : “Il Musicista deve svolgere la propria attività senza operare discriminazioni di (…) ideologia politica, (….) o di genere musicale.”
Ho eliminato caratteristiche ampiamente condivisibili, ed ho lasciato le due che invece, a mio avviso, non sono pertinenti.
Il musicista non è un medico, non deve soccorrere, e quindi “allietare” tutti (lo può fare, certo, se lo desidera, non perchè abbia sottoscritto un codice deontologico).
La dignità del musicista professionista passa attraverso la sua coscienza ed azione politica. Quindi, l’ideologia politica è una forte discriminante. Se il committente di un evento musicale dovesse essere, ad esempio, un soggetto politico che non aderisce alla nostra sensibilità sociale, umanistica, o di trasparenza, di onestà ecc.., il musicista deve poter manifestare il proprio dissenso semplicemente anche non suonando per tale soggetto.
Ugualmente lo stesso discorso vale per il genere musicale, che è la prima e legittima “discriminante” (e non discriminazione) di ogni artista, che però di volta in volta può ovviamente cambiare gusto e visione artistica seguendo in libertà la propria sensibilità. Insomma sono osservazioni ovvie per la maggioranza dei musicisti credo, ma dal testo, così come è scritto, non appaiono tali.
Iniziativa sicuramente interessante. Nella mia visione, tuttavia, vorrei muovere una critica costruttiva all’Art. 5 : “Il Musicista deve svolgere la propria attività senza operare discriminazioni di (…) ideologia politica, (….) o di genere musicale.”
Ho eliminato caratteristiche ampiamente condivisibili, ed ho lasciato le due che invece, a mio avviso, non sono pertinenti.
Il musicista non è un medico, non deve soccorrere, e quindi “allietare” tutti (lo può fare, certo, se lo desidera, non perchè abbia sottoscritto un codice deontologico).
La dignità del musicista professionista passa attraverso la sua coscienza ed azione politica. Quindi, l’ideologia politica è una forte discriminante. Se il committente di un evento musicale dovesse essere, ad esempio, un soggetto politico che non aderisce alla nostra sensibilità sociale, umanistica, o di trasparenza, di onestà ecc.., il musicista deve poter manifestare il proprio dissenso semplicemente anche non suonando per tale soggetto.
Ugualmente lo stesso discorso vale per il genere musicale, che è la prima e legittima “discriminante” (e non discriminazione) di ogni artista, che però di volta in volta può ovviamente cambiare gusto e visione artistica seguendo in libertà la propria sensibilità. Insomma sono osservazioni ovvie per la maggioranza dei musicisti credo, ma dal testo, così come è scritto, non appaiono tali.